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venerdì 6 luglio 2012

Quel ramo del lago di Como... parte 5

Durante il convegno i nostri occhi si incrociarono spesso, anche quando lui dovette indossare una maschera di ghiaccio e comunicare quelli che sarebbero stati i cambiamenti fondamentali, necessari per un miglioramento aziendale, cambiamenti che però sarebbero andati contro gli interessi di molti collaboratori, costretti a riorganizzarsi, me compresa.
Quello che temevo, prima di investirlo con il mio succo di frutta, si stava materializzando davanti ai miei occhi ma, stranamente, non mi spaventava più l'idea di cambiare città per andare a lavorare nell'ufficio in cui lavorava lui. Parlava e mi guardava di sottecchi, mentre esponeva le sue ragioni a tutti noi e indicava grafici e previsioni sulla lavagna luminosa, e mi sembrò che nei nostri sguardi ormai complici ci fosse una sorta di filo invisibile a legarci.

Arrivò finalmente anche la fine dell'incontro, la maggior parte dei colleghi iniziò ad allontanarsi, chi con aria soddisfatta, chi invece con aria afflitta.
Con aria indifferente io invece decisi di andare a fumare una sigaretta in terrazza, in attesa che Mario si liberasse e mi raggiungesse, ma lontano da occhi indiscreti. Stavo godendo della vista spettacolare di quella mattina, ma con un animo completamente diverso. Non pensavo più al lavoro, l'unico mio pensiero era quella cena che avremmo consumato in terrazza, con un po' di buona musica in sottofondo, e qualche fiaccola accesa. Il solo pensarci mi emozionava e mi metteva agitazione.
Pensavo di non avere il vestito adatto ad una cena, che avrei voluto darmi una ritocchino al trucco e ai capelli e, mentre cercavo in borsa per vedere se avevo con me il necessario per un pronto intervento, sentii la sua mano appoggiarsi sulla mia spalla.

- allora, eccoci qui. Ti dispiace se fumo anche io una sigaretta prima di andare a cenare? Vorrei scaricare per qualche minuto tutta la tensione accumulata...non è stato facile per me -

Il suo tono confidenziale, come se fossimo amici da sempre, mi fece sorridere e dimenticare tutto il resto. Mentre estraeva una sigaretta dal pacchetto io, che stavo giocherellando ancora con l'accendino tra le dita, immediatamente sfregai la pietrina e gli avvicinai la fiamma tremolante per fargliela accendere.
Con le sue mani circondò la mia per evitare che il vento spegnesse la fiamma e contemporaneamente mi guardò negli occhi.
Ogni volta che i nostri occhi si incrociavano avvertivo un brivido percorrermi dalla nuca lungo la schiena, arrivando fino alla bocca dello stomaco, ed era una sensazione fantastica.
Si appoggiò alla balaustra al mio fianco e aspirò una lunga boccata.
Eravamo lì in silenzio, mentre il sole stava pian piano nascondendosi dietro le montagne e colorando il cielo di mille sfumature, e in quel momento sentii di non avere bisogno di null'altro al mondo.
Pochi minuti dopo affondammo le sigarette ormai consumate nel posacenere pieno di sabbia colorata e lo osservai ancora incredula. Mi sorrise, mi prese per mano, e mi condusse al tavolo che aveva, non so come e quando, fatto preparare nell'altra terrazza.
Cenammo alla luce fioca delle candele, mentre il cielo perdeva man mano i suoi colori, e parlammo di tutto meno che di lavoro per un tempo indefinito, lunghissimo eppure sempre insufficiente per i nostri argomenti che non si esaurivano mai. Ridemmo come bambini, ci scambiammo le rispettive portate per assaggiarle, e ci sembrò tutto così naturale da essere quasi impossibile non esserci conosciuti prima.
Era come cavalcare la stessa onda di pensiero, la stessa scia emozionale. Ci capitava spesso di dire le stesse cose contemporaneamente, come se avessimo un solo sentire, comune ad entrambi.
Quando le nostre mani si sfiorarono vicino alla bottiglia del vino, ormai quasi finita, le dita si intrecciarono come governate da un volere superiore.
Era un sogno, tutto troppo perfetto per essere vero, e questo iniziava quasi a spaventarmi.
Avevo subito troppe cadute in passato, troppe delusioni che mi avevano lasciato grosse ferite e che mi avevano impedito in seguito di lasciarmi andare ai sogni. Ma il suo sguardo, così dolce e pulito, abbatteva ogni mio muro di difesa e, quando improvvisamente mi attirò a sé per baciarmi, ebbi la sensazione di sciogliermi in quell'abbraccio.

Un bacio ti racconta molto più delle parole, ti trasmette emozioni e sensazioni profonde, e quel bacio mi regalò emozioni che non provavo da troppo tempo ormai. Mi sentii improvvisamente a casa.

Fu un bacio lungo, lento, con le sue mani che si intrecciavano nei miei capelli e le mie che giocavano con i suoi lobi e gli carezzavano il viso. Ebbi immediatamente voglia di fare l'amore con lui, anche lì, all'aperto, sotto un tetto di stelle ormai uniche luci dal cielo, e non ci fu bisogno di parole per decidere di prendere una stanza e trascorrere la notte insieme.

Quella notte affacciata su quel ramo del lago di Como....
fu una stupenda notte d'amore che ci fece provare l'emozione unica di sentirci in sintonia in tutto, anche a letto. Fu dolcissimo e attento a me e alle mie emozioni, mentre con delicatezza mi spogliò di tutto ciò che indossavo continuando a baciarmi.
La passione, in un crescendo di voglia, si impossessò dei nostri corpi, ormai completamente spogli di tutto, spogli di abiti e di pudori, di difese e di pregiudizi.
Mi prese dolcemente per i capelli mentre mi abbandonavo a lui, quasi a sancire il suo possesso su di me,  mentre le nostre bocche si nutrivano l'una dell'altra, e poi iniziò a percorrermi tutta come a volermi gustare, fino in fondo all'anima, e quando prese il mio fiore e ne succhiò il nettare, strinsi con forza le lenzuola tra le dita e credetti di essere in paradiso.

Facemmo l'amore per tutta la notte, in tutti i modi possibili, mai stanchi di noi, intervallando i nostri amplessi con brevi sonni abbracciati l'uno all'altra. E ancora oggi, che viviamo ormai insieme da diversi anni, ogni notte ci stringiamo l'uno all'altra, anche senza fare l'amore, anche solo per sentire il calore dei nostri corpi, anche solo per sentirci UNO, ogni notte dormiamo abbracciati come quella notte.


Buon week end




7 commenti:

  1. "Look at the stars,
    look how they shine for you..."

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  2. le stelle non brillano più... C'è solo buio e silenzio e nessuna stella. Un buio pesto nel quale è impossibile vedere immagini e parole. Un silenzio assordante che copre tutto....

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  3. Non so perché tutto diventa strano all'improvviso,

    neppure so i motivi per le quali le stelle non le vedo più..

    eppure erano li tra il vento delle emozioni

    tra il calore delle parole e il cuore che andava a mille..





    Non so perché tornerò a guardare le stelle, quando queste si ricorderanno di me.

    Non so se avrò ancora il coraggio di crederci come allora

    so solo che avevo perso il desiderio di sorridere

    adesso mi rimane la felicita di sognare

    uno nessuno centomila
    undicidue
    Maurizio

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  4. Che emozione,
    mi sono lasciata cullare per un attimo, a volte penso di approfittare troppo del calore delle mie fantasie, dei miei desideri, il risveglio è sempre brusco e l'amaro in bocca è inevitabile...
    bello scritto e complimenti ai '' commentatori '', che belle cose hanno scritto ^_^'

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    Risposte
    1. Tesoro....se non sognassimo almeno un po' cosa resterebbe? Solo doveri, doveri e doveri! I sogni e le fantasie aiutano a staccare per un po' dalla realtà, ci fanno vivere come vorremmo, quello che vorremmo, con chi vorremmo accanto...e non parlo solo di sogni romantici.

      Chi ama leggere e scrivere trova sempre parole stupende che rivelano emozioni profonde.
      Si, i miei commentatori sono tutti speciali! Proprio come te :-)

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    2. Adesso arrossisco ^_^
      Ciaoooo alla prossima !

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Chi è Manuela Rossa

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Manuela Rossa è un personaggio di fantasia, una sorta di "alter ego" di una donna che ha scoperto il potere dell'immaginazione e della scrittura per raccontarsi innanzitutto a sé stessa. I suoi scritti sono frutto di fantasia e non attingono che in modo marginale alla vita reale.

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