Questo piccolo angolo del web, che è il mio blog "Sogni e voli di fantasia", lo avevo sempre considerato come un cantuccio nascosto in cui rifugiarmi, una soffitta dei ricordi in cui sedermi per terra in silenzio, da sola, o al massimo in compagnia di qualche amico o qualche amica, a scrivere e immaginare guardando il cielo dal lucernario. Avevo quasi l'illusione di essere in penombra, poco più che invisibile, e che questo fosse il mio piccolo rifugio segreto, così diverso dall'altro blog con il quale sono nata.
Nell'altro blog,
melarossadelpeccato, racconto di sesso ed erotismo, do vita ai lati nascosti dell'animo umano con le trasgressioni, le "mele del peccato", e mi sento sempre come un "personaggio" che fa il suo show sotto occhi infuocati, il suo spogliarello di burlesque, che accende gli animi e le fantasie più nascoste con le sue storie.
Qui invece è un po' il camerino del teatro, dove mi spoglio di corsetti, autoreggenti, tacchi, lingerie di seta e tutto quanto riporti mentalmente al sesso e alla seduzione, per parlare d'altro.
Qui scrivo tutto ciò che mi passa per la testa, quasi come se fosse un diario scritto sotto forma di racconto, in cui scrivo le mie emozioni e le storie che si impossessano di me.
A volte ho come l'impressione di essere rapita dalle parole, come se fossero loro a condurmi per mano in una storia, e non il contrario. Le storie prendono vita e si colorano mentre io le disegno con le parole, senza un programma prestabilito, senza un percorso già designato, e spesso sono una sorpresa anche per me. Sono le storie che scrivono me, e non il contrario.
D'improvviso, in questo camerino, in questa piccola soffitta virtuale, si sono accese le luci e la soffitta è diventata un salone delle feste in cui un inconsueto andirivieni di persone ha rallegrato la mia giornata. Le parole di cui mi ero vestita, che ai miei occhi erano come un abito un po' sgualcito rimasto troppo a lungo chiuso nell'armadio tra le pieghe delle emozioni riposte e che avevo voglia di tirar fuori per dargli aria, sono diventate improvvisamente un mantello di velluto broccato, un sontuoso abito di fine fattura, una trina sottile di emozioni.
Un'amica,
Simona, mi ha presentata e fatta conoscere ai suoi amici lettori e ognuno di loro ha letto le mie parole e cercato di interpretarle in base alle proprie sensazioni ed emozioni, trovando in esse qualcosa di sé o dei propri ricordi, o dei propri pensieri.
Qualcuno ha dispensato consigli, qualcuno vi ha letto la mia malinconia, qualcuno vi ha letto l'amore, qualcuno invece vi ha trovato l'inganno e la facile preda.
Improvvisamente mi sono sentita spogliata, più nuda che nel blog melarossa, dove vesto e svesto sempre i panni di una donna che non sono.
Nessuno però, al di fuori di me e della persona che mi manca, può veramente interpretare appieno il senso di quelle mie parole, che non sono nate nemmeno come versi ma solo come improvviso urlo dell'anima, nostalgia per un'amicizia. Un'amicizia intensa e particolare, pulita, delicata, tra due persone lontane materialmente e anche anagraficamente ma simili dentro, due anime affini.
Oggi mi sento stranamente svuotata, silenziosa come l'alba di un giorno nuovo, nonostante tutte le parole scritte.
Ho voglia di fermarmi un po' a guardare il mare senza dir più niente, ho voglia di cambiare casa, di viaggiare sola, di partire.
Ho voglia di uscire dal camerino, dalla soffitta, e andare per strada a raccogliere fiori, o a fare palle di neve, o a fare foto ai gatti randagi.
Ho voglia di riprendere in mano la mia vita per proteggerla dal vento e dalla pioggia, ho voglia di una pausa di solitudine.
Ho voglia di chiudere il pc e mettere in pausa la casella email, far riposare mente e cuore, tastiera e dita.
Ho voglia di ballare al buio. In silenzio...in silenzio...
Vado via.
Tornerò, come da ogni viaggio che si rispetti, tornerò.
Tornerò quando le parole mi prenderanno di nuovo per mano e mi ricondurranno qui.
Lascio a ognuno di voi un saluto ed un abbraccio.
Ross