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lunedì 24 settembre 2012

Il silenzio

Il silenzio mi struscia addosso come un vestito un pò ruvido.
Mi è stretto, scomodo, e non mi dona. Mi rimanda indietro le mie stesse parole con l'eco del pessimismo.

Di tutti i silenzi che conosco, amo solo quel silenzio vivo che puoi ascoltare in natura.
Si, quel silenzio mi piace. 

Il silenzio di una spiaggia d'inverno il cui unico rumore è quello dell'onda che si infrange sulla riva. 

Il silenzio di un parco o di un bosco, interrotto solo dal crepitare croccante delle foglie sotto le scarpe.

Il silenzio notturno che ti fa distinguere il rumore di un treno in lontananza che chissà dove porta il suo carico umano.  

O quel silenzio mattutino rotto solo dal gorgoglio del caffè che sale nel beccuccio della caffettiera, spargendo nell'aria il profumo del buongiorno, quando tutti ancora dormono, tutti tranne gli uccellini in giardino.

Quello è il silenzio che mi piace.
Un silenzio rumoroso, un silenzio in cui c'è comunque vita.

Odio invece quei silenzi in cui gli sguardi vagano imbarazzati in cerca di un argomento che non si trova più.
O quel silenzio carico di parole già dette, quando non resta più nulla da poter dire.
O quel silenzio che si lascia dietro una porta chiusa.
Odio anche quel silenzio che si agita in me e non trova voce.
Quella calma piatta dei giorni sempre uguali seppur diversi, in cui non sento il battito del cuore che sale in gola a soffocarmi piacevolmente.
Odio quell'interminabile silenzio che mi porta a voler sfregare tra le mani la mia vita come fosse una biro che non vuol scrivere più.

Resto ad ascoltarlo per un po', impaziente. Ma poi scoppio.

Ho sempre voglia di urlare quando il silenzio mi assale.
Ho voglia di aprire quella porta sbattuta e correre per strada, rincorrere chi è andato via e costringerlo a guardarmi negli occhi.
Ho voglia di rompere il silenzio prima che il silenzio rompa me, facendomi male.

Io non so stare in silenzio, seduta paziente ad aspettare che prima o poi il caffè venga su a dirmi che è un nuovo giorno...
Quando il silenzio scende su di me lasciatemi urlare. 

Lasciatemi cantare e strepitare come una matta da legare.

Lasciatemi correre in auto con i finestrini abbassati e il vento che mi strappa dai capelli la malinconia.

Lasciatemi essere me stessa.

Si, lasciatemi urlare.


10 commenti:

  1. Sembra essere un'esigenza condivisa, oggi. Almeno da me, sì.

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    1. esigenza di urlare? One, two, three........urliamooooooooooooo!!!! :)

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  2. Complimenti per questo bellissimo post che condivido!! felice giornata...ciao

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    1. ciao Giancarlo, siamo tutti qui a urlare nel web quello che fuori gli altri non sanno o non vogliono sentire. Buona giornata urlante anche a te. :)

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  3. AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    Si è sentito fino lì il mio urlo???

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    1. Ma sei Mat....tooooooooooooooo :-D

      Mi hai fatto saltare sulla sedia! :-)))

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  4. bellissimo post
    lo condivido al 101%
    ciao

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  5. ....sono stato catturato emotivamente dal tuo post che naturalmente condivido...aggiungendo che il silenzio più atroce è quello che tace nell'indifferenza che urla fra gli uomini...complimenti per il blog che tornerò senz'altro a visitare...:-)

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  6. Ti ringrazio per la visita e per la "condivisione" di idee e di sentire. Ti aspetto ancora allora! :)

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Chi è Manuela Rossa

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Manuela Rossa è un personaggio di fantasia, una sorta di "alter ego" di una donna che ha scoperto il potere dell'immaginazione e della scrittura per raccontarsi innanzitutto a sé stessa. I suoi scritti sono frutto di fantasia e non attingono che in modo marginale alla vita reale.

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