Il ronzio delle ventole di raffreddamento dei pc surriscalda il mio cervello.
Lo sento penetrarmi nelle orecchie e segarmi la calma, così come la punta di un coltello taglia la corteccia di un albero seccato dall'inverno.
Lo sento al di sopra del sottile ticchettio delle dita sui tasti, al di sopra del mio stesso respiro in questa stanza vuota.
Oggi sono in ufficio, di sabato. E che sabato!
Fuori da questa bolla di fresco artificiale che ho creato con il climatizzatore a tutta andatura, è arrivato "Ade", l'anticiclone africano che ha reso questa estate finalmente estate, ed è un sabato in cui tutti sono al mare, mentre io sono qui a far l'amore con la mia tastiera, a guardare immagini di posti lontani, mari cristallini, e a sognare, come al mio solito.
Nei miei sogni spesso fa capolino Lui, l'uomo dolce e un po' tormentato che ho sempre sognato di avere accanto da quando l'ho conosciuto.
Sogno le sue dita lunghe e affusolate, seppur forti, porgermi una sigaretta da fumare in due, con le labbra increspate dal sorriso che baciano lo stesso filtro a turno.
Sogno il bosco in cui passeggiare chiacchierando mano nella mano, o ascoltando la natura che ci parla.
Sogno panorami incontaminati di qualche isola da girare in moto, mentre le mie braccia gli cingono il petto, e la sua voce, mai conosciuta eppur familiare, mi sussurra parole di vento e silenzio, racconti di monti e fiumi lontani.
Sogno le mie dita scivolare tra i suoi capelli d'argento a placare nuvole lontane, sulla sua pelle tesa a raccogliere brividi, mentre i nostri occhi fissano rapiti il buio della notte illuminato dalla luna e il giorno nascere tra le nostre braccia, in un tempo senza tempo.
Sogno.... sogno e cerco tracce di lui tra le pieghe dei ricordi, tra le emozioni di una canzone, tra le spire del fumo che sale dalle mie labbra.
Accendo un'altra sigaretta, metto un po' di musica e penso a te.
"Ti cerco nelle zone imprecise
dove si vede appena
Dove la voce è debole e si sfila
Ritornano improvvisi gli occhi
Il suono del tuo nome
Qualcosa che fa male
Sono strade che attraverso fino a te
Chissà se mi vedrai
E chiudo gli occhi per avvicinarti
Strano che non ci sei
Strano che non ci sei
E spengo tutto per aspettarti
Strano che non ci sei
Strano che non ci sei
Ti cerco nelle zone imprecise
Nei calcoli sbagliati
Nei giorni sparsi in terra spezzettati
Mi sembra di vederti adesso
con passo nuovo e leggero
e brilli dove tutto è spento
Come un sogno ritornato controvento
mi ritroverai
E scrivo ancora solo per parlarti
E’ strano che non ci sei,
Strano che non ci sei
E chiudo gli occhi e puoi toccarmi
E’ strano che non ci sei,
Strano che non ci sei
Sai, a parlarsi davvero non si riesce
quasi mai,
chissà come si fa
Di quante cose eri parte e centro
e penso che non ci sei,
Se penso che non ci sei…
E’ bello il tempo che è rimasto dentro,
ecco perché ci sei, ecco perché"
Ciao M.